Bauhaus Satellite+ è una sperimentazione progettuale sviluppata dagli studenti del Corso di Composizione Architettonica del Dipartimento Architettura e Territorio dArTe della Università Mediterranea di Reggio Calabria, tenuto da Marina Tornatora, in occasione del centenario della scuola tedesca.
L’apparato teorico e progettuale della Bauhaus fa da sfondo e riferimento continuo agli studenti che, a partire dal lavoro di Josef Albers (1888-1976), uno dei suoi storici maestri, hanno riprogettato uno spazio collettivo della loro scuola con l’idea di concepire piccoli dispositivi spaziali per favorire nuove interazioni e attività. Non più solo uno spazio distributivo di passaggio, ma un luogo multifunzionale, articolato in diverse aree, da quella definita dalla gradinata e dal sistema delle sedie, pensato per brevi presentazioni e proiezioni, allo spazio studio organizzato attorno a un grande tavolo, sino all’area attrezzata per piccole esposizioni.
Ogni gruppo di studenti ha sviluppato un tema – le sedute, il tavolo, i totem, il muro etc. – attraverso la scomposizione del volume in lastre bidimensionali e la dissoluzione dell’angolo, andando a definire il progetto finale come l’insieme dei singoli contributi.
L’esperienza didattica si è basata sull’approfondimento dei principi fondanti della Bauhaus per i quali l’arte e l’artigianato, la teoria e la pratica, devono essere unificati in un’opera d’arte totale, rappresentata dalla costruzione.
La finalità di questa esercitazione è duplice, da una parte riguarda la sfera pedagogica e formativa, dall’altra segnala la necessità di continuare a sperimentare sulle potenzialità dei processi di generazione della forma. Nel primo caso si tratta di un approccio maieutico, sviluppato in un percorso laboratoriale di confronto collettivo tra studenti e docenti, che ha consentito un
graduale avvicinamento alla fase ideativa del progetto attraverso un esercizio di ricerca sugli elementi architettonici basilari essenziali.
In tale approccio la forma è assunta come questione preliminare e costitutiva dell’architettura così come lo è stato nel modello didattico della scuola Bauhaus nel quale “la forma è il prodotto di un fare, soltanto l’esperienza del fare artistico ci fornisce gli schemi entro i quali contorniamo e definiamo […] le infinite impressioni che ci vengono dal mondo esterno: gli schemi formali (linea, volume, piano, colore ecc.) sono ricavati dall’arte non dalla natura” (W. Gropius)
La seconda finalità, dunque, del lavoro didattico consiste nello sviluppo di una esplorazione sullo spazio architettonico attraverso la scomposizione quadrimensionale neoplastica concepita come una “ricerca sincera di varianti” spaziali (Bruno Munari).
La parte conclusiva del lavoro consisterà nella costruzione del progetto in una collaborazione tra studenti, artigiani e docenti mettendo in pratica l’idea fondante della scuola tedesca dell’architetto come mestiere e non come professione.
Exhibition, Research